LO STRAPPO DELL’ AFFRESCO

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Sento ancora il profumo umido della malta quando all’istituto d’arte preparavamo l’intonaco per dipingerci sopra quando era ancora fresco appunto.
Non è che dipingevamo direttamente sul muro ma avevamo dele cassette di legno delle dimensioni non troppo grandi (cm.40×50 circa) che ci permettevano però, di stendere al loro interno, uno strato di intonaco che dovevamo rendere il più liscio possibile. Avevo dei compagni di classe bravissimi in questo anche perchè facevano i muratori.
A me questo passaggio non riusciva benissimo e mi ricordo ancora le “urla benevole” del mio professore Alberto Rizzi che mi sgridava perchè pretendeva di più. Dopo tanti anni l’ho cercato perchè avrei avuto il piacere di salutarlo ma purtroppo non c’è più.
Conservo ancora il deplian di una mostra che fece alla Galleria d’Arte L’ARALDO di Bergamo nel 1973 e che pubblico, sperando di non far torto a nessuno, dove espose una serie di affreschi che erano la sua peculiarità.

Aberto Rizzi

 

 

 
il bello degli affreschi è che, una volta realizzati, si possono trsferire su tela con la tecnica antica dello STRAPPO. Su questa tecnica praticamente non vi sono testi e chi la conosce, la custodisce gelosamente.
Io la sto “rispolverando” ora, rimettendo in pratica ciò che appresi tanti anni fa.
Spero presto di poter insegnare in un corso di eccellenza, questa preziosa tecnica antica.

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